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CERCHI DI LUNA, di MISTRESS DIANA

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magisters
view post Posted on 28/3/2005, 17:57






Così era stato, precisamente così, i suoi baci mi avevano intontita, le sue mani erano dentro i miei sensi e la mente correva appresso a loro, mi aveva voltato con il suo fare deciso e delicato così come gli avevo chiesto, aveva preso le mie mani e poggiate al centro di due cerchi disegnati sul muro: "non muoverle da lì" mi aveva detto.
E così avevo fatto, ma con estrema fatica, lo sentivo su tutta la mia schiena, la sua gamba aveva divaricato le mie ed ero totalmente in balia delle sue mani, dei suoi baci, della sua lingua e dei sensi che erano in fiamme, le sue parole di fuoco al mio orecchio abbattevano le ultime barriere, mentre le sue mani frugavano ed esploravano indomite.
Graffiavo il muro cercando di non uscire da quei cerchi ma mi sentivo come in una caduta libera dove la fine non arrivava mai:
"Hai le carni infuocate mon tresor, la pelle che rabbrividisce al mio tocco... così mi piaci, in lotta con te stessa per cercare di non muoverti da quei cerchi... mia fino al midollo"
La sua lingua percorse tutta la spina dorsale, lentamente, dall'alto fino a inoltrarsi per oscuri sentieri strappandomi gemiti di delirio:
"ti prego... ti prego non resisto più!"
Le sue parole affondarono nella mia mente per poi riaffiorare devastanti:
"Resisti piccola, siamo solo all'inizio, ho ancora molte cose in mente e potrei essere più spietato se tu non rispettassi i patti. Tieni le mani nei cerchi"
Due cerchi come due lune piene, che tenevano imprigionate le mie mani quasi come se fossero incatenate.. ma avrei preferito che lo fossero sul serio, in questo modo era peggio, sentire la libertà di movimento e non poterne usufruire era insopportabile.
La sua mano affondò nei capelli sulla mia nuca e fece aderire il volto al muro, poi sentii le sue mani che mi protendevano indietro, sentivo il mio umido calore scendere lungo la gamba e immediatamente la sua lingua a frenarne la corsa, le sue dita aprire delicatamente il frutto gonfio di passione e bere direttamente dalla fonte.
Estasi, delirio, desiderio.. coraggio di concedersi senza remore, senza inibizioni, di spiccare il volo da quel promontorio per librarsi e immergersi in un mare tempestoso di sensi e passione che avrebbero travolto la mia mente e dal quale non ero sicura di riemergere.
Avevo voluto scherzare con il fuoco ed ora il fuoco mi marchiava ma era piacevole bruciare nelle sue spire.
Solo due settimane prima, dopo un anno di assenza, ero entrata di nuovo nella chat in quella stanza che per 4 anni avevo frequentato in compagnia di un uomo che aveva imprigionato la mia mente facendomi partecipe dei suoi giochi di ruolo che così tanto mi avevano intrigato, regalandomi una ferrata esperienza ormai nel campo del sadomaso.
Ma ora Lidia aveva bisogno di un aiuto, una piccola spintarella che l'avrebbe aiutata a vivere finalmente le sue emozioni per troppo tempo represse.
Bella ed affascinante, era il tipo di donna che a 47 anni doveva ancora conoscere i "piaceri" della vita impegnata come era sempre stata in politica e nel sociale, sola e con due figli da crescere non si era mai concessa distrazioni anche solo per divertimento e alle volte, o cambiava argomento, o fuggiva scandalizzata ai miei discorsi piccanti, fino a quando non le dissi che avevo scritto un racconto, un racconto erotico che era piaciuto molto ed era stato ben commentato, lei aveva già divorato tutto quello che la mia mente aveva partorito, dall'horror al sentimento o brani di commedie che mi divertivo a costruire.
Le piaceva molto come scrivevo e ogni volta commentava i miei racconti con un fare anche professionale, inviandomi una mail dove mi comunicava tutte le sue sensazioni e le critiche tecniche che lei reputava giuste.
Quel giorno l'avevo vista vacillare: "Cosa hai fatto?" mi chiese incredula.
"Ho scritto un racconto erotico... cosa c'è di male?"
"Tu sei pazza" era stata la sua risposta, "ma come ti è venuta in mente una cosa del genere?"
"Non capisco Lidia, cosa ho fatto di male? Ho solo scritto un racconto erotico, non ho girato un film porno"
"Ma è solo l'idea che non concepisco, sei brava, hai talento, cosa sprechi a fare il tuo tempo con queste cose?"
"Ma io non spreco il mio tempo.. per me è speso bene e poi era una sfida con me stessa, scrivere bene di erotismo è molto più difficile che scrivere un racconto di qualsiasi altro genere ed io sono molto contenta del risultato. Anzi come hai fatto per tutti gli altri dovrai leggere anche questo, te ne rendi conto vero?"
"Cosa? Non ci penso proprio.. mi spiace questo non lo voglio proprio leggere"
Mi avviai verso la macchina sorridendole:
"Te lo invio stasera, spero di leggere presto una tua mail di critica... come tutte le altre"
"Non lo fare... tanto non lo leggerò... non ci provare!"
Ovviamente non le avevo dato retta e la sera stessa glielo avevo inviato.
Passarono 4 giorni prima che la sentissi di nuovo, e la sua voce era cambiata:
"Lo hai letto vero?" le chiesi.
"Si è vero"
"E allora?"
"Non riesco a credere che tu abbia potuto scrivere certe cose.. da dove ti vengono certe idee"
"E se ti dicessi che non sono solo idee, ma che le ho vissute?"
"No... no guarda non ci credo, ti conosco... ma che dici?"
"Non ci credi perché ti rifiuti di pensare che certe cose sono possibili, eppure ti garantisco che ci sono persone che riescono a penetrare nella tua mente e a farla propria facendoti desiderare cose che neanche avresti mai immaginato"
"Elisa smettila!.. insomma ti rendi conto di quello che dici?"
"Tu sei sempre molto sicura di te stessa vero Lidia?.. allora vediamo se è veramente così, vai nella chat di "tentazioni.it", entra nella stanza "schiava" e aspetta... qualcuno prima o poi ti avvicinerà e cercherà di capire cosa stai cercando lì.. potrebbe essere interessante non trovi?"
"Sai bene che non lo farò mai... cara non mi interessano certe cose e non amo propormi in questi modi"
"Mai dire mai.. chissà... a presto Lidia"
Passarono circa 10 giorni prima che la risentissi, notai che la sua voce era leggermente meno sicura dell'ultima volta e che stava facendo discorsi molto vuoti e lacunosi.
"Lidia, ti conosco troppo bene per credere che tu mi abbia chiamato alle 11 di sera per un semplice consiglio sulle tende di casa... e stranamente la tua voce tradisce una certa inquietudine... è successo qualcosa? I ragazzi stanno bene?"
"Si... si Elisa, i ragazzi tutto bene.. è... che io lo sto un po' meno"
"Cosa ti è successo... dimmi tutto"
"Bè... ecco, vedi... ti ricordi l'ultima volta che ci siamo parlate?"
"Si certo che me lo ricordo"
"Tu mi lanciasti una sfida ricordi?"
"Quale sfida dimmi"
"Si, quella di entrare nella chat "Tentazioni"
Sgranai gli occhi per lo stupore, non potevo credere che lo avesse fatto.
"Si mi ricordo... e allora?"
"L'ho fatto, ci sono entrata 5 giorni fa"
"OH caspiterina, dici sul serio??... ma è bellissimo, Lidia!!! Mi devi raccontare tutto"
"Bè, ecco in realtà c'è poco da dire, ma devo confessarti che avevi ragione, alcune persone sanno prendere molto bene la mente degli altri"
"Chi è stato l'artefice dimmi"
"Non so se lo conosci... un certo "Dorian"
"DORIAN? Accidenti hai pescato proprio il migliore, il fior fiore dei "Master"... sei in buone mani stai tranquilla"
"Elisa ti prego.. non mi dire così... tu non ti rendi conto di quanto io sia in crisi!"
"Cosa ti fa stare così in crisi? l'idea di aver incontrato qualcuno che ti ha fatto provare qualche emozione o forse l'idea che Lidia in fondo non è così forte come pensava di essere"
La sentii ansimare in silenzio dall'altro capo del telefono, e allora le chiesi:
"Ti ha dominata vero Lidia?... Ti ha incatenata e dominata"
"Si"
"Quando è successo?
"Due giorni fa"
"Ed ora?"
"Non sono più entrata nella chat"
"Paura?... di lui o di te stessa?"
"Senti Elisa.."
"RISPONDIMI!!"
Passarono alcuni secondi, poi molto mestamente e con una voce flebile rispose:
"Entrambi... non ho mai vissuto questo genere di emozioni e non pensavo che ne sarei rimasta coinvolta, non sono più entrata nella chat.. ma la mente non fa che stare lì, aiutami Elisa, tu sei più esperta di me... cosa mi sta accadendo?"
"Stai solo assaporando quanto della vita ti sei persa.. privandoti delle tue emozioni, tutto qui, ed ora che le hai assaporate la tua mente le cerca famelica"
"Non so che fare... non serve a nulla distrarmi, la mia mente è sempre lì"
"Per questo è il migliore mia cara, ora accendi il computer e andiamo nella chat!"
"NO NO sei pazza, non lo farò mai, stai scherzando?"
"Non sto scherzando, sto dicendo sul serio... l'unico modo per guarire è percorrere quella strada, attraversarla e conquistare il marciapiede.. non sarai sola ci sarò io con te, non temere"
Dopo diverse insistenze la convinsi ad entrare insieme a me, lei sarebbe stata Asia, la mia slave ed io la sua Signora... non le dissi però che ormai era preda, non tanto di Dorian, quanto dei sui inconfessati desideri che solo lui ed io potevamo realizzarle.
Un gioco sottile, perverso e intrigante al quale Dorian non si era affatto sottratto, Lidia era capitolata quella sera stessa, dominata non da noi ma dai suoi sensi, che la lasciavano inerme tra le mie braccia nelle quali lei cercava rifugio, ma Dorian delicatamente la sollevava da quelle braccia inebriandola col suo sguardo con i suoi sensi e facendola sua ancora e ancora... e di nuovo ancora per poi riadagiarla accanto a me con cura e rispetto.
Fu qualche giorno dopo che mi resi conto che Lidia non era affatto la sua preda, ma che io ero la parte più succulente di quel gioco, del quale non pensavo di poterne far parte in modo così reale.
Ed ora sono qui a graffiare questo muro, a gemere di un piacere che mi travolge la mente e mi devasta la carne.
Dorian era inesorabile, più erano alti i miei gemiti e più si accaniva con foga, la peluria del suo petto carezzava la mia schiena nel conturbante movimento dei colpi profondi che mi infieriva, scavando dentro di me sempre di più, mentre i suoi baci si nutrivano delle mie spalle e le sue mani intrepide giocavano con i miei capezzoli.
Fu un sollievo quando staccò le mani lui stesso da quel muro e la mia furia scoppiò senza controllo e senza ritegno, lo buttai sul letto divorandolo con la mia passione.
Banchettai del suo corpo, dei suoi sensi come lui aveva fatto con me, sfilai la cinghia dai suoi pantaloni e gli legai le mani dietro la schiena, mi lasciò fare concedendosi completamente come io avevo fatto con lui i suoi occhi mi fissavano con desiderio e passione e lo baciai, lo baciai a lungo strofinando interamente il mio corpo su di lui bagnandolo col mio tormento, mordendolo e graffiandogli le carni nel mio eccesso di passione, sentendolo fremere sotto il mio attacco, leccandolo in ogni angolo recesso del suo corpo, fino ad ingoiare la sua asta per intero, a lungo in un movimento vorace e conturbante che lo faceva gemere forte, proseguii con calma nella mia opera, lì sdraiata tra le sue gambe che avevo aperto, bagnandomi le dita nel mio frutto e stuzzicando docilmente il suo anfratto più recondito, forzandolo... ammorbidendolo alle mie dita... in quel momento lo vidi dibattersi, cercando di divincolare le sue braccia non per reagire, ma per concedersi meglio, lo portai all'estremo, rallentando e riprendendo un cammino di cui lui non riusciva a vedere meta, e l'estasi fu distruttiva nel momento stesso che rigogliosi fiotti innaffiarono la mia gola, le mie dita entrarono finalmente nella loro nuova sede varcando una frontiera che lui stesso non conosceva.
Gli offrii la mia bocca da baciare e lui leccò a lungo i residui del suo piacere da me, mi soffermai a guardarlo negli occhi un momento, tracce evidenti di desiderio vi erano ancora, come lui le lesse anche nei miei:
"Scioglimi... non abbiamo ancora finito"
Gli sciolsi le mani e leccai le striature sui suoi polsi, segni evidenti di una dolce sofferenza frutto della più sfrenata passione.
Ci abbracciammo e ci stringemmo a lungo baciandoci, finchè non mi resi conto in quella tenera affettuosità che ero di nuovo sdraiata e le sue mani carezzavano il mio corpo dolcemente.
Aprì le mie gambe lentamente e le sue carezze scesero morbide a infiammare e riattizzare un fuoco che non era ancora del tutto spento, sentivo le sue dita sapienti carezzare, stuzzicare, penetrare, affondare come i suoi occhi inesorabili che non si staccavano dai miei e scavavano nella mia mente, devastando ogni recesso, lasciando solo rovine nelle mie apparenti difese.
Affondava inesorabile le sue dita nel mio anemone, scansando delicatamente i suoi petali, baciandomi lievemente e sussurrando parole di fuoco al mio orecchio, lo lasciai fare rendendomi conto di quelle che erano le sue intenzioni e trovandone conferma nei suoi occhi... un vago senso di timore misto a piacere invase il mio animo e inevitabilmente tremai nelle sue mani, ma il suo sguardo prometteva l'infinito e il suo sorriso la certezza di toccarlo.
Chiusi gli occhi e mi aprii di più al suo sapiente tocco, la sua mano lentamente scivolò nel mio essere, che le donò lo spazio di cui aveva bisogno e quando si chiuse a pugno... aprii gli occhi ansimante, ed ebbi la certezza che avrebbe mantenuto la promessa.
Mi lasciai andare del tutto sentendo incontenibile il piacere, quella mano solcava le mie carni così come affondava nella mia anima e il piacere che ne usci fu sconvolgente da non poterlo contenere, neanche con la mia voce, affacciandomi veramente sulla soglia dell'infinito e sbirciando un universo puro, primordiale.
Lasciai che i sensi mi si placassero e stremata mi abbandonai tra quelle lenzuola e le braccia di Dorian.
Non passò molto tempo, quando mi ridestai, Dorian carezzava le mie guance e i capelli e mi disse:
"Non dimenticare che abbiamo un compito da assolvere e delle carni da devastare"
Volgemmo lo sguardo entrambi e osservammo gli occhi di Lidia infuocati come lo erano i suoi sensi ormai, seduta su di quella poltrona, nuda come l'aveva posizionata Dorian, con le braccia legate dietro e un bastoncino di bambù teso tra le ginocchia che mostrava un paradiso infuocato che pretendeva soddisfazione.
Mi avvicinai a lei sfiorandole la pelle infuocata, le carezzai il viso sentendola fremere e le sussurrai:
"Come vuoi essere presa Lidia? Ti concedo di esprimere un tuo desiderio"
La voce quasi non le usciva, mentre Dorian lentamente le scioglieva i lacci sfiorandole le braccia
La vidi sbirciare e osservai cosa stava guardando... i cerchi disegnati sul muro.
"Dillo Lidia, dì quello che desideri"
"I cerchi Signora... la prego, metta le mie mani nei cerchi".
 
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Toxic80
view post Posted on 19/7/2013, 12:08




Molto bello, ben scritto
 
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1 replies since 28/3/2005, 17:57   1011 views
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